Elon Musk ha deciso di fare un passo indietro nel suo coinvolgimento politico, annunciando che ridurrà di molto le sue donazioni a campagne elettorali, incluso il sostegno a Donald Trump.
Durante il Qatar Economic Forum, Musk ha dichiarato: "Penso di aver fatto abbastanza", riferendosi ai suoi contributi che hanno superato i 250 milioni di dollari per la campagna presidenziale del 2024.
Perché questa scelta? Scopriamo le motivazioni.
Durante un'intervista video con Bloomberg News al Qatar Economic Forum, di ieri, 20 maggio 2025, l'uomo più ricco del mondo ha dichiarato che intende ridurre significativamente la sua spesa in ambito politico nel prossimo futuro.
Questa affermazione segnerebbe un'inversione di tendenza notevole, specialmente dopo l'imponente donazione di quasi 300 milioni di dollari sostenuta l'anno scorso per appoggiare la campagna elettorale di Donald Trump, che lo aveva descritto come uno dei più entusiasti finanziatori del Partito Repubblicano.
"Penso che in futuro farò molto meno in termini di spesa politica," ha affermato Musk, rispondendo a una domanda di Mishal Husain di Bloomberg.
Quando gli è stato chiesto il perché di questo cambiamento, Musk ha replicato con un laconico: "Penso di aver fatto abbastanza," una risposta che ha suscitato l'ilarità del pubblico presente, sebbene non sia del tutto chiaro se stesse scherzando o meno.
L'impegno finanziario di Musk a favore di Donald Trump e il suo ruolo di primo piano nell'amministrazione di quest'ultimo, con la creazione del cosiddetto "Dipartimento per l'Efficienza Governativa" (Doge), hanno prodotto reazioni negative a livello internazionale, con ripercussioni tangibili sia sulla sua popolarità personale sia, secondo alcune analisi, sulle vendite dei veicoli Tesla.
Nonostante ciò, Musk ha chiarito: "Se in futuro dovessi trovare un motivo per investire in politica, lo farei. Al momento non ne vedo alcun motivo."
L'attività di Musk come donatore politico è stata enorme. Oltre al massiccio sostegno a Trump, ha finanziato diversi gruppi pro-Trump e una controversa lotteria che distribuiva assegni da 1 milione di dollari a elettori selezionati.
Ha anche investito 25 milioni di dollari in un'elezione per la Corte Suprema del Wisconsin all'inizio dell'anno.
Musk non si è certo risparmiato durante la sua chiacchierata di una quarantina di minuti in Qatar. Anzi, diciamo che non le ha mandate a dire a quelle testate giornalistiche che, a suo avviso, lo criticano un po' troppo.
E parlando di lavoro, ha ribadito la sua intenzione di restare al timone di Tesla per almeno altri cinque anni.
Ne ha anche approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa con il Wall Street Journal, reo di aver diffuso voci su una presunta ricerca di un suo successore da parte del consiglio di amministrazione.
Del resto, non è un mistero che molti investitori, soprattutto i piccoli risparmiatori, gli avessero chiesto a gran voce di dedicare più energie a Tesla. Pare che il marchio abbia un po' risentito delle sue sortite politiche e del suo ruolo molto attivo nel famoso "Dipartimento per l'Efficienza Governativa", il cosiddetto "DOGE".
Ma Musk non si è fermato qui: nel mirino è finito anche Bill Gates, accusato senza mezzi termini di "frequentare Jeffery Epstein" e di aver criticato i tagli agli aiuti internazionali promossi da Musk, sostenendo che avrebbero danneggiato la salute dei bambini.
E a quanto pare, nonostante una cena in programma con Donald Trump in questi giorni, Musk ha già fatto le valigie da Washington D.C., o almeno non ci vive più a tempo pieno.
Agli investitori ha detto chiaro e tondo che intende rimettere le mani più attivamente nella gestione delle sue aziende, Tesla in primis. Insomma, sembra proprio un tentativo di prendere un po' le distanze dalle tensioni della politica attiva. Resta da vedere se sarà una ritirata strategica temporanea o una decisione più definitiva. L'aria che tira, per ora, è questa.