Nel 2024 Elon Musk ha scelto di sostenere Donald Trump entrando in prima linea nella politica americana con un ruolo di rilievo nel governo. Ma l’entusiasmo iniziale ha lasciato spazio a proteste, boicottaggi e un calo drastico della sua popolarità. Ora, Musk si allontana da Washington per concentrarsi sulle sue imprese.
Durante la campagna elettorale del 2024, il magnate delle Big Tech, Elon Musk, ha deciso di sostenere il candidato repubblicano, Donald Trump. Non si è trattato però di un finanziamento alla campagna del tycoon. Musk ha attivamente partecipato al discorso con i suoi post su X, social di sua proprietà, e ha persino partecipato ad alcuni comizi di Trump.
C’era nell’aria che questa alleanza potesse guidare Musk a un ruolo all’interno della squadra di Trump. Ed è stato così. Con l’elezione d el presidente, l’uomo più ricco del mondo ha ottenuto un dipartimento fatto su misura per lui: il DOGE. Elon Musk, quindi, era a capo dei tagli al governo federale.
L’opinione pubblica sulle attività del Dipartimento per l'Efficienza Governativa è cambiata rapidamente, così come su Elon Musk, a causa dei continui licenziamenti dei dipendenti federali e delle chiusure di agenzie considerate fondamentali.
La valanga di proteste ha coinvolto anche le sue attività al di fuori di Washington. Milioni di persone in tutto il mondo hanno iniziato a boicottare Tesla. In alcuni casi, sono stati registrati anche episodi di vandalismo.
Durante i primi mesi del secondo mandato di Trump, Musk è stato onnipresente al fianco del presidente ed è stato un protagonista costante su internet. Oltre al suo operato con il DOGE, ha condiviso i suoi pensieri anche sulla politica di altri paesi. Era presente alla cerimonia d'insediamento, nello Studio Ovale, a bordo dell’Air Force One, e persino Trump ha posato insieme a Musk con una macchina Tesla per mostrargli il suo supporto. Si tratta di un cambiamento notevole.
Ad oggi, però, la presenza del miliardario sembra svanire. Un'analisi di Politico evidenzia che Trump ha smesso di parlare di lui nell'ultimo mese su TruthSocial. La popolarità di Elon Musk è in netto calo. Secondo un sondaggio AP-NORC condotto tra il 17 e il 21 aprile, solo il 33 per cento degli adulti statunitensi ha un’opinione favorevole di lui, rispetto al 41 per cento registrato a dicembre.
Sebbene resti un personaggio influente, non sembra che potrà essere in prima fila mentre ci si avvicina alle elezioni di medio termine del 2026. L'impopolarità di Musk potrebbe diventare un’arma per i democratici contro i repubblicani.
La questione delle elezioni di medio termine diventa rilevante non solo per l’impatto della popolarità in calo di Musk, ma anche per il suo contributo finanziario alla campagna repubblicana.
Il miliardario ha dichiarato che spenderà meno in politica, e anche questa scelta potrebbe influenzare un voto decisivo per il destino della presidenza Trump.
Durante il suo primo mandato, infatti, il presidente aveva perso il controllo della Camera. Attualmente, entrambe le Camere del Congresso sono sotto controllo repubblicano, il che consente a Trump di portare avanti la sua agenda con maggiore facilità. Tuttavia, per il presidente, la storia potrebbe ripetersi se nel 2026 dovesse perdere il controllo di una delle due Camere.
Dopo un periodo di forte coinvolgimento nella politica e nella gestione del DOGE, Musk aveva già annunciato la sua intenzione di ridurre drasticamente il suo impegno in questo ambito. Questo cambio di rotta apre uno spazio maggiore per dedicarsi ai suoi interessi principali, in particolare al settore tecnologico.
Proprio in quest’ottica, Musk è stato uno dei personaggi che ha accompagnato Trump durante la recente visita in Arabia Saudita. Ha partecipato, infatti, al forum sugli investimenti.
Inoltre, in un suo recente intervento al Qatar Economic Forum, Musk ha dichiarato di essersi impegnato a rimanere CEO di Tesla per almeno altri cinque anni, confermando così la sua volontà di concentrarsi sullo sviluppo tecnologico.
Questa nuova fase potrebbe segnare un distacco dalle dinamiche politiche interne degli Stati Uniti, ma non certo un ritiro totale dall’influenza globale che Musk continua a esercitare grazie alla sua posizione strategica nel settore tecnologico e agli interessi internazionali.