Non proverebbe nulla, secondo la difesa di Andrea Sempio, quanto emerso finora dalla perizia riguardante il Dna estratto dai margini ungueali di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 in via Pascoli, a Garlasco.
In un video inviato alla stampa, l'avvocato Liborio Cataliotti - che insieme alla collega Angela Taccia assiste l'attuale indagato per il delitto - ha dichiarato: "Quelli filtrati sono dati assolutamente parziali e non ci preoccupano".
Secondo quanto anticipato questa mattina, la genetista Denise Albani avrebbe rilevato un'elevata compatibilità del Dna analizzato con il profilo Y di Sempio, ossia con il suo ramo paterno.
L'avvocato Cataliotti ritiene che siano dati "assolutamente in linea con quelle che erano le risultanze già frutto dei nostri primi approfondimenti, che avevamo reso pubbliche".
"Innanzitutto, non è e non può essere un reperto di Dna individualizzante, ma al massimo indicare l'appartenenza all'albero genealogico del soggetto", ha spiegato il legale.
Inoltre, ha aggiunto, "è confermato che fosse misto, cioè di più persone. Non vedo come questo possa sposarsi con l'affermazione propria della sentenza precedente circa il fatto che l'autore dell'omicidio fosse uno".
"Non si capisce che valore di prova possa avere questa comparazione con Sempio o un componente della sua famiglia", ha proseguito ancora l'avvocato.
Tra gli elementi che restano da chiarire, quello riguardante la dinamica del trasferimento della traccia. "Non è ancora stato stabilito - secondo Cataliotti - se il materiale genetico sia stato depositato direttamente, durante un contatto fra due soggetti", oppure per contaminazione indiretta, tramite il contatto con lo stesso oggetto.
Mancherebbe poi anche "l'indicazione del tempo in cui questo contatto è avvenuto". "Senza questi elementi - conclude l'avvocato - poter dire che si tratti della prova o anche solo l'indizio di un omicidio è davvero una forzatura".
Si saprà di più il 18 dicembre, quando, nell'ambito dell'incidente probatorio in corso, i periti delle varie parti incontreranno in aula la dottoressa Albani. In quella sede, esporranno anche le proprie interpretazioni.
Non a caso, nei giorni scorsi, Sempio si era recato a Roma insieme all'avvocata Taccia per un incontro con i consulenti Armando Palmegiani e Marina Baldi.
"Un confronto per avere ulteriori certezze? Quello è l'obiettivo", aveva detto l'indagato ai cronisti sul posto. Il giorno prima, ospite di Bruno Vespa, aveva confidato di sentirsi "un po' perseguitato".
Proseguono comunque le indagini coordinate dal pm Fabio Napoleone e dall'aggiunto Stefano Civardi, aperte nel marzo 2025, a diciotto anni dai fatti, nonostante la condanna definitiva di Alberto Stasi.
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