Un'ora prima del fischio d'inizio contro la Sampdoria a pochi chilometri di distanza da San Siro si consuma quella che sembra a tutti gli effetti un'esecuzione in pieno stile: vittima dell'agguato è Vittorio Boiocchi, 69 anni e storico capo ultrà nerazzurro. In sua memoria il secondo anello verde diserta cori e striscioni nel match contro i blucerchiati e abbandona lo stadio poco dopo l'inizio del secondo tempo.
Personaggio assai discusso fuori dagli ambienti calcistici, Boiocchi è morto a causa di una serie di colpi d'arma da fuoco (almeno cinque) rivelatisi fatali. Inutile il trasporto all'ospedale San Carlo.
Vittorio Boiocchi, capo ultrà dell'Inter e figura conosciuta nel tifo caldo nerazzurro, è morto ieri a Figino, quartiere periferico nel quadrante occidentale di Milano, a pochi metri dalla sua abitazione. A tradirlo un vero e proprio blitz compiuto intorno alle 20, in via Fratelli Zanzottera.
Non si conoscono i motivi dietro al gesto, anche perché gli esecutori dell'omicidio non sono ancora stati arrestati. Le ipotesi delle autorità convergono nell'opinione che il colpo fosse stato pianificato e studiato, data la velocità d'esecuzione. Un indizio arriva dal curriculum penale di Boiocchi, che ha trascorso 26 anni in carcere per vari reati tra cui traffico di droga, rapina e sequestro di persona. Sulla scena del crimine alcuni testimoni hanno assistito al raid e saranno ascoltati da polizia e carabinieri.
Priorità è stata infatti data a parenti e amici della vittima, per capire se Boiocchi si fosse intrufolato in affari loschi e poco raccomandabili. Successivamente saranno esaminati gli effetti personali (a cominciare dal cellulare) e verrà disposta l'autopsia. Raggiunti dalla notizia, i sostenitori della Curva Nord dell'Inter hanno subito preso la decisione di sciopero del tifo, togliendo striscioni e bandiere e rimanendo in silenzio mentre Barella e compagni liquidavano la Sampdoria.
Diversi i casi di cronaca calcistica, anche interni, di Boiocchi: un nuovo episodio di violenza che segue quello più tragico e drammatico costato la vita a Daniele Belardinelli nel dicembre 2018.