Perché solo la Juventus è stata condannata? A margine di qualche giorno dopo la pronuncia della sentenza della Corte d’Appello sull’inchiesta plusvalenze e la stangata nei confronti dei bianconeri, 15 punti di penalizzazione, emergono da più parti le ragioni del perché ad essere condannata sia stata solo la società juventina e non gli altri otto club coinvolti: Sampdoria, Empoli, Genoa, Pisa, Pescara, Parma, Pro Vercelli e il vecchio Novara. La Gazzetta dello Sport spiega che contestualmente alla provata certezza che il club bianconero abbia effettuato delle plusvalenze, risulta impossibile che siano stati coinvolti altri club, come compartecipanti delle operazioni di mercato. Risulta comunque chiaro, alla comunità bianconera, che la richiesta del proscioglimento da tutte le accuse fu richiesta dalla Procura Federale dopo aver acquisito le intercettazioni e oltre 14 mila pagine del processo Prisma. Alla base dei motivi della decisione della Corte d’Appello, c’è l’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva che dichiara, a tutti gli effetti, punibile la falsificazione dei propri documenti contabili o amministrativi.
Comunicato stampa
— JuventusFC (@juventusfc) January 20, 2023
Entrando nel caso specifico dell’inchiesta Plusvalenze fittizia, ciò che viene contestato alla Juventus è relativo alla presentazione dei propri bilanci alla Consob. Quest’ultimo ha poi ritenuto che la società bianconera, non ha applicato un principio contabile, reso obbligatorio dallo status di società quotata in borsa. Dalla decisione della Juventus di quotarsi in borsa il club presieduto attualmente da Ferrero, ne trae vantaggi ma deve comunque sottostare a determinati obblighi contabili. Tra i plus di questa scelta, sicuramente la possibilità di effettuare un aumento di capitale per 700 milioni di euro, gravando solo per 450 milioni presso l’azionista di maggioranza e raccogliendone ulteriori 250 milioni dal pubblico. In virtù di questo, la Consob, organo di controllo della Borsa, impone l’adozione per chi ne fa parte di principi contabili internazionali.
Di contro, le altre otto società coinvolte, ma non condannate: Sampdoria, Empoli, Genoa, Pisa, Pescara, Parma, Pro Vercelli e il vecchio Novara, sono vincolate a redigere il proprio bilancio seguendo i principi contabili nazionali dell’OIC. In questi, è sufficiente giustificare le plusvalenze secondo il criterio dell’impossibilità di stabilire un valore al cartellino di un determinato calciatore. Il reale motivo per cui la Juventus ha subito una condanna e gli altri otto club coinvolti no, nonostante fossero compartecipanti alle stesse operazioni, resta dunque da asserirsi nell’applicazione della legge sportiva alla lettera: nonostante sia difficile comprendere che due società, coinvolte nella stessa transazione, abbiano una disparità di trattamento.
La procura della FIGC, a differenza degli altri organi giudiziari implicati nel processo Prisma, non dispone delle intercettazioni. Le intercettazioni diventano una prova sportiva solo per il club bianconero, proprio perché ad essere ascoltati nel corso dei vari dialoghi siano solo i dirigenti della Juventus. Di conseguenza si può stabilire che il falso in bilancio può rappresentare un reato solo per i bianconeri e la FIGC può determinare l’illecito amministrativo solo ed esclusivamente nei confronti della Juventus.