Nel mondo degli affari, l'imprenditore Maurizio Matteo De Martino, è diventato il simbolo di come i bonus edilizi (specialmente il cosiddetto "Superbonus"), inizialmente ideati come motore per l'economia, siano stati sfruttati per accumulare ricchezze immorali attraverso le truffe. De Martino, classe 1966, è stato accusato di trasformare tuguri in condomini solo sulla carta, accumulando bonus su bonus e crediti su crediti.
"L'imprenditore è colui che coglie l'opportunità," ha affermato De Martino, lamentando come il suo nome onesto fosse stato associato a truffatori noti. L'inchiesta sulla sua attività, che coinvolge oltre cento persone, è diventata la più grande sulla truffa del "110 per cento" e altri bonus, rappresentando il 20% delle truffe totali accertate, con un miliardo di euro coinvolto.
Il caso di De Martino è emblematico di come i bonus edilizi, inizialmente progettati per sostenere l'economia, siano stati sfruttati da individui senza scrupoli. La sua azienda, la Mama International Business (Mib), ha mostrato un aumento straordinario nei bilanci, passando da 19 milioni di euro nel 2020 a oltre un miliardo e 38 milioni nel giro di un anno. Ma come è stato possibile?
La Cassazione ha confermato il sequestro miliardario della procura, spiegando che la società di De Martino aveva dichiarato di possedere 1300 immobili e 17 terreni, la maggior parte dei quali di categoria C/6, come stalle e scuderie, con rendita catastale bassa. Tuttavia, De Martino ha sfruttato le falle nella legge per ottenere crediti elevati. La Cassazione ha rivelato che De Martino e sua sorella Marisa hanno gestito due società, la Mib e la Siv, che si scambiavano fatture e condividevano locali e personale. Inoltre, hanno moltiplicato i bonus sfruttando ogni piccola modifica o affitto di immobili.
Le indagini hanno rivelato un'evidente rete di complicità e connivenza, che ha coinvolto circa un centinaio di persone. Nonostante la difesa di De Martino affermi l'innocenza, le prove raccolte sono schiaccianti. Gran parte dei fondi, iscritti come crediti nei bilanci, sono stati incassati dalle società, mentre altri risultano introvabili.
Maurizio Matteo De Martino ha inviato alla nostra redazione una mail con una richiesta di rettifica:
"Mi permetto di inoltrarvi la mia replica pubblicata in risposta all'articolo diffamatorio apparso su Repubblica il 17 settembre 2023. Nell'articolo, Repubblica ha affermato che io mi sono "rifugiato" a Dubai. Questa affermazione è completamente falsa e dannosa.
In realtà, io non mi sono mai rifugiato a Dubai. Risiedo e lavoro in Italia, come dimostrano i miei documenti fiscali e le mie attività lavorative. Ogni affermazione contraria è fuorviante e ingiusta.
Ho pubblicato la mia replica per chiarire la verità dei fatti e per difendere la mia reputazione. Credo che sia importante che i media si impegnino a fornire un'informazione corretta e imparziale".