Quanto sta succedendo in Israele e a Gaza si è subito riverberato sul perdurante conflitto tra Russia e Ucraina: dal Cremlino, in particolare, è giunta l'accusa che parte delle armi utilizzate per colpire Israele possa arrivare dalle forniture inviate dall'Occidente all'Ucraina e rivendute "in tutto il mondo". Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha aggiunto che "gli israeliani studieranno nel dettaglio la provenienza di queste armi". A tali accuse Peskov ha accompagnato parole di apprensione per la situazione e l'esortazione a muoversi verso la pace: "Crediamo che questa situazione debba essere spostata su un binario pacifico il prima possibile".
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev è intervenuto a sua volta, scrivendo un post su X, scagliandosi violentemente e provocatoriamente contro la Nato:
L'intelligence militare ucraina si è immediatamente difesa, dichiarando che "nessuna arma è stata inviata ad Hamas" e che l'accusa di Mosca è finalizzata a screditare ulteriormente "l'Ucraina in Medio Oriente" e far cessare la fornitura di armi da parte dei partner occidentali dell'Ucraina. A sua volta, l'intelligence di Kiev ha puntato il dito contro Mosca, tacciata di aver "consegnato ad Hamas le "armi-trofeo catturate durante le ostilità in Ucraina, fabbricate negli Stati Uniti e nei paesi dell'Unione Europea".
Per quanto riguarda, invece, le possibili conseguenze che la questione israelo-palestinese avrà sulla guerra tra Russia e Ucraina, arrivano segnali contradittori. Da una parte, il Cremlino afferma che quanto sta accadendo da sabato in Medio Oriente non avrà ripercussioni in Ucraina, perché
Tuttavia, dall'altra parte Peskov ha definito l'escalation nella regione mediorientale "una grande minaccia per l'area [...] poiché questa crisi potrebbe propagarsi".