Cos'è l'inverno meteorologico e in cosa si differenzia da quello astronomico? Queste due differenti fasi stagionali si riferiscono entrambe all'arrivo della stagione fredda, ma mentre il primo inizia sempre lo stesso giorno, l'altro varia in base ad alcuni fattori. Di conseguenza, ogni anno cambia anche la data del solstizio d'inverno, che non coincide sempre con il 21 dicembre. Ecco come funzionano queste suddivisioni e come vengono calcolate nel 2023.
L'inverno meteorologico si riferisce all'inizio della stagione fredda e alla fine dell'autunno. Si definisce infatti un periodo convenzionale, che va dal 1 dicembre al 28 o 29 febbraio di ogni anno. Questo perchè per i climatologi è più semplice suddividere le stagioni in tre mesi, e con date prestabilite. Di conseguenza, la primavera inizia il 1 marzo e finisce il 31 maggio, l'estate inizia il 1 giugno e termina il 31 agosto e l'autunno va dal 1 settembre al 30 novembre.
Anche se le date non cambiano, questi momenti statisticamente corrispondono ai cicli durante i quali si verificano le condizioni meteo tipiche stagionali e si registrano le temperature medie, massime e minime associate. Differente invece la stagione detta astronomica, che invece è calcolata su base scientifica a seconda della posizione del Sole e della distanza dalla Terra.
Le stagioni astronomiche sono sempre quattro periodi distinti, caratterizzati da particolari cambiamenti nelle condizioni atmosferiche. Vengono però calcolate in modo differente e con specifici fattori che cambiano ogni anno in base al moto di rivoluzione della Terra. Scandite quindi da equinozi di primavera e d'autunno e solstizi d'estate e d'inverno.
Le date variano in base all'inclinazione dei raggi solari, e stanno ad indicare che in quel determinato momento, si verifica, nel caso dell'equinozio una durata quasi uguale di ore notturne e diurne. Mentre nel caso del solstizio ci si riferisce rispettivamente al giorno più lungo dell'anno in estate e a quello più corto d'inverno.
Il solstizio, come l'equinozio cade due volte l'anno. D'estate e d'inverno. Le date cambiano in base al valore massimo e minimo della declinazione solare. Quindi ogni anno si verifica uno spostamento di circa sei ore che poi nel tempo può quindi variare il giorno che convenzionalmente sarebbe il 21 dicembre o il 21 giugno.
Ma con calcoli astronomici esatti, si può stabilire l'orario più preciso. Questa differenza poi viene recuperata grazie all'introduzione dell'anno bisestile. Introdotto proprio per una correzione degli eventuali errori nel calcolo delle rotazioni terrestri che altrimenti non sarebbero tutte di 365 giorni.
Il passaggio astronomico dall'autunno all'inverno, e quindi il giorno più corto dell'anno è il solstizio, cioè quando la luce del sole disponibile è al minimo delle ore. In questo giorno, anticamente, ed in molte culture, venivano celebrati riti propiziatori e feste legate proprio alla luce e alla rinascita e all'abbondanza del raccolto dopo il periodo freddo. Il clima tipicamente segnato da temperature più basse, nell'emisfero boreale, dipende non dalla distanza del sole, che in questo giorno è più ravvicinata, ma dall'inclinazione con la quale i raggi solari raggiungono la terra.
In quello australe infatti le stagioni sono opposte e in questa data si verifica il contrario. Può variare come dimostrano le statistiche degli anni passati, dal 20 al 23. Nel 2023 il giorno stabilito è venerdì 22 dicembre alle ore 4 e 27 minuti, con orario convenzionale stabilito nel fuso orario di Parigi. A partire da questo giorno, le giornate cominceranno ad allungarsi, fino a raggiungere il picco massimo di luminosità solare e di durata che coinciderà proprio con il solstizio d'estate. Che nel 2024 arriverà giovedì 20 giugno alle ore 22 e 50.