Cos'è il riconoscimento biometrico e a cosa serve questo metodo identificativo che si basa sul tracciamento delle caratteristiche fisiche e del volto di una persona? Quanto è a rischio la privacy in caso di introduzione di questo sistema di sicurezza. Ecco quali sono i vantaggi e gli svantaggi e perchè molte associazioni stanno chiedendo all'Europa di vietarlo.
Il riconoscimento biometrico è un sistema di sicurezza che si basa sull'analisi delle caratteristiche fisiche di una persona per identificarla. L'intelligenza artificiale tramite algoritmo acquisisce i dati che possono riguardare alcuni tratti unici o caratteristici come ad esempio il volto, gli occhi, le impronte digitali, per tenerne traccia e schedare gli accessi, fisici o informatici degli esseri umani e prevenire così i reati o le frodi.
Possono essere quindi analizzate tutte le informazioni riguardanti sia l'aspetto fisico che quello del comportamento di un individuo. Non solo l'altezza, la retina, la forma del viso, mani e fisionomia, anche la voce, il modo di scrittura a penna o al computer, la firma, il modo di digitare parole sulla tastiera e i movimenti tracciati con il mouse. Le più comuni ed attualmente utilizzate sono:
Dopo l'acquisizione dei tratti si procede, passando dall'identificazione dal vivo ad un rapido confronto delle immagini già presenti in archivio e questo darà il via libera all'ingresso o all'autorizzazione. Funziona quindi come una vera e propria password che garantisce una maggiore protezione dalle falsificazioni e dal furto di identità.
Attualmente questi sistemi di riconoscimento biometrico sono già usati da molte aziende private proprio per aumentare i livelli di sicurezza delle informazioni e degli ingressi. Il loro uso è anche ampiamente diffuso a livello governativo e militare, specialmente in siti sensibili e a rischio per ingressi non autorizzati, come ad esempio pubbliche istituzioni o enti sanitari e di ricerca. La garanzia infatti è tutelata dal fatto che i tratti fisici non possono essere rubati come invece accade invece per le password o pin autenticativi, oggetto di furti e attacchi informatici sempre più in aumento.
In Europa si sta discutendo in merito all'introduzione del riconoscimento biometrico, in particolare di quello facciale, come arma di prevenzione anti terrorismo. L'IA act infatti prevede apposite norme che dovrebbero regolamentare questi sistemi di sicurezza, estendendo la possibilità di utilizzo anche nei luoghi pubblici più a rischio come ad esempio aeroporti stazioni o alle frontiere. C'è però in atto una polemica da parte di molte associazioni ed esponenti politici che chiedono di limitare questo tipo di monitoraggio, perchè limiterebbe la privacy delle persone.
In particolare una liberalizzazione senza regole precise potrebbe in alcuni casi comportare una sorta di "sorveglianza di massa" dove tutti potrebbero essere schedati come possibili criminali. Inoltre, c'è anche il rischio di un uso discriminatorio da parte delle forze dell'ordine, in particolare nell'identificazione dei tratti del volto degli immigrati o dei cittadini provenienti da paesi extra Ue che arrivano alle frontiere.
Il processo di digitalizzazione in Europa deve passare attraverso l'approvazione di specifiche norme che vengono discusse in Commissione. L'introduzione del riconoscimento biometrico alle frontiere e nei luoghi pubblici, e la regolamentazione dell'intelligenza artificiale prevista dall'IA act, è attualmente ostacolata da molte associazioni di tutela della privacy.
La più importante protesta è quella della campagna "Don't spy Eu" che attraverso una raccolta di firme punta a chiedere al parlamento uno stop al tracciamento dal vivo e al riconoscimento dei volti. Perchè come sostengono i rappresentanti, l'uso indiscriminato di questi sistemi mette a rischio non solo la privacy, ma può arrivare a limitare la libertà ed il diritto delle persone.