L'influenza suina H1N1 nel mese di gennaio 2024 ha causato la morte di due persone in Veneto. Attualmente ci sarebbero altri 4 pazienti in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Bartolo di Vicenza. Il primario del reparto Vinicio Danzi ha espresso la sua posizione in merito all’importanza della vaccinazione antinfluenzale per non essere soggetti al virus.
Da cosa deriva il nome di questa influenza? Quali sono i sintomi e le cure? Intorno ai casi registrati si è diffuso un esagerato allarmismo o è il caso di preoccuparsi? Tag24 ne ha parlato insieme al Professore e Ricercatore Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico di San Martino, Genova.
D: In che cosa consiste l'influenza suina H1N1? Quali sono i sintomi e le cure?
Si è parlato di influenza suina - e in effetti così si chiama - ma molti hanno subito pensato ad un virus che arriva dai suini. In realtà si chiama così perché è un riassortimento virale che molti anni fa probabilmente aveva colpito anche il maiale ma che ormai dal 2009, cioè dal momento dell'arrivo dell'influenza pandemica, ha preso questo nome.
Da 15 anni è il virus influenzale più frequente, cioè l'H1N1. Rappresenta, a seconda degli anni, la percentuale più alta dei contagli influenzali nel corso dell'anno. Questo ceppo è responsabile per circa il 70-80% di tutte le influenze di tipo A; il restante è H3N2 che contribuisce per circa il 20-30%.
D: Siamo di fronte ad un virus nuovo?
R: Assolutamente no. E' un virus ampiamente noto, che conosciamo dal 2009. Ogni anno purtroppo è responsabile di manifestazioni in forma più leggera e più lieve che per fortuna riguardano circa il 95% delle persone. Alcune forme più impegnative colpiscono le persone più fragili e le più anziane - ed è il caso dei due deceduti a Vicenza - ma purtroppo possono riguardare anche le persone più giovani.
I pazienti non sono morti solo quest'anno a causa di questo virus ma anche in precedenza durante la stagione influenzale. E' la ragione per cui lo strumento migliore che abbiamo a disposizione, certamente non perfetto, è il vaccino. In un anno come questo purtroppo la vaccinazione, per tante ragioni, non ha funzionato, nel senso che troppe poche persone hanno deciso di vaccinarsi rispetto a quelli che erano i propositi quando si è iniziata la campagna. Pochi vaccinata, grande circolazione di virus: questo è il risultato inevitabile.
D: Serve un vaccino apposito?
R: No, è il semplice richiamo del vaccino antinfluenzale, che si chiama quadrivalente, e all'interno contiene due lignaggi A (cioè H1N1 e H3N2) e i due tipi B classici. Quindi chi ha ricevuto la dose quest'anno ha un'ampia copertura, soprattutto per i ceppi H1N1 e H3N2 che sono quelli che circolano di più quest'anno.
D: Come bisogna gestire questa influenza? C'è tanto allarmismo o dobbiamo preoccuparci?
R: C'è un'elevata circolazione di virus, che in questo periodo sta raggiungendo il picco. A cosa serve preoccuparsi? Il terrore non porta da nessuna parte. La paura dovrebbe insegnarci, per il futuro, che le vaccinazioni vanno fatte ad ottobre/novembre. Arrivare ai primi di gennaio, come è successo quest'anno, con il picco altissimo di persone non vaccinate, dovrebbe farci capire qualcosa.
L'anno scorso per i vaccini era andata meglio. Pare che ad oggi gli italiani siano stanchi dei vaccini. E' un argomento su cui non si può insistere. Senza vaccini non riusciremmo a passare i 50 anni d'età media. Avremmo la gente menomata dalla poliomielite, dal vaiolo, pneumococco, varicella, morbillo.
La campagna denigratoria nei confronti dei vaccini per il covid alla fine ha penalizzato tutti i vaccini, anche quello anti influenzale. E' inaccettabile. Una società che evolve e che ha compreso i benefici della vaccinazione è una società consapevole. Non si può cadere nell'oscurantismo più totale e considerare - come dice qualcuno - i vaccini uno strumento di morte. Sarebbe come dire che la mammografia non serve per prevenire il tumore al seno. Andare contro i vaccini vuol dire non aver capito nulla di quanto è successo negli ultimi duecento anni e i progressi della medicina moderna.
D: Il nome dell'influenza da cosa deriva? C'è un collegamento con i maiali?
R: E' associato agli animali perché da essi derivano tutte le influenze: abbiamo avuto quella aviaria, quelle che derivano dai maiali, dai roditori. Il virus prima di arrivare all'uom è quasi sempre passato da un animale. Si chiama suina perché questa influenza, più di altre, dal maiale. Ma l'animale non c'entra assolutamente niente: la genti mangi tranquillamente la carne di maiale, li accarezzi, non c'è nessun rischio. La peste suina non c'entra niente. Sono due cose diverse e non devono essere confuse.
Tag24 ha intervistato il prof. Bassetti per parlare dei casi di polmonite in Cina e per lo sviluppo del Flurona e le altre varianti del covid.